La “surmodernità”, le sue crisi e la sua sfida.
Aspetti filosofici, sociali e culturali nell’antropologia di Marc Augé (1935-2023)
Come ogni travaglio, anche quello che ha interessato l’antropologia culturale nel XX secolo – stretta fra una crisi scientifica dovuta al mutamento degli strumenti analitici, una crisi del suo oggetto determinata dalla progressiva scomparsa dei popoli “nativi”, una crisi epistemologica che, in ragione delle precedenti, stabiliva la necessità di una riorganizzazione della disciplina e una sua ricollocazione fra le scienze sociali – come ogni travaglio, dunque, anche questo avrebbe potuto rivelarsi fecondo e tradursi in uno sforzo necessario allo sviluppo. Crisi, allora, come prezzo di una rigenerazione, in questo caso scientifica. Questo è il segnale di una transizione compreso e interpretato dai maggiori esponenti dell’antropologia contemporanea, fra i quali si colloca in maniera del tutto peculiare la figura di Marc Augé.
L’antropologo francese ha assunto con radicalità i segni del passaggio d’epoca spingendosi in territori inediti e inesplorati per l’antropologia: i “non-luoghi”. Peculiare proiezione dello spazio nel mondo globalizzato della “surmodernità”, il non-luogo “buca” e “macula” lo habitat umano in maniera caratteristica: offuscando le identità e impoverendo le relazioni, recidendo i legami storici fra persone luoghi e tradizioni, cancellando le frontiere che l’uomo sperimenta come i limiti sempre più avanzati del suo agire creatore e in espansione, appiattendo la temporalità in un costante, monotono e ipnotico presente. I “non-luoghi” smantellano e sostituiscono i “luoghi antropologici” ma, e questa è la sfida nella e della crisi riconosciuta e accolta da Augé, non l’antropologia; non l’antropologia come indagine sull’uomo e sugli elementi costitutivi del suo essere. Le sfide poste dalla surmodernità, suggerisce Augé in quasi cinquant’anni di ricerche e in decine di pubblicazioni, sollecitano l’antropologia a un confronto più serrato col suo oggetto, richiamando la sua attenzione, in modo esplicito e non più rinviabile, su temi fondamentali quali la soggettività, l’identità, l’alterità, la temporalità, e invitando questa disciplina ad assumere un ruolo più apertamente critico, orientato a un vaglio lucido e obiettivo dell’epoca attuale e dei suoi paradigmi dominanti.
L’Italia, e in particolare il Mezzogiorno, possono costituire un terreno d’analisi fecondo – suggerito ma non vincolante – per osservare “sul campo” i processi di sradicamento, di individualizzazione, di impoverimento sia materiale sia culturale, e di alienazione indotti dalle dinamiche economiche, sociali, politiche, culturali, ideologiche della surmodernità. Lo scopo di questa call, pertanto, è stimolare una riflessione ad ampio raggio su tali processi alla luce delle nozioni-chiave dell’antropologia di Marc Augé: le macro-coordinate innanzitutto (non-luogo, luogo antropologico, mondo globale, frontiera, surmodernità); quindi i concetti cardine dell’ordine umano (soggettività, identità, alterità, temporalità, relazione, storia); infine i contrassegni della crisi (provvisorietà, precarietà, transitorietà, individualismo). Sotto il profilo analitico i punti d’osservazione verso tali elementi, fenomeni e processi possono essere molteplici, e pertanto si incoraggia la redazione di contributi a partire da qualsiasi prospettiva ricompresa fra le scienze sociali e umane – antropologicoculturale, antropologico-filosofica, teoretica, filosofico-giuridica, filosofico-politica, sociologica, storica – oppure a partire da un orientamento esplicitamente interdisciplinare.
Il termine di scadenza per la sottomissione degli articoli, da indirizzare a rosanna.alaggio@unimol.it,
è il 24 luglio 2024
NB: in allegato pagina-modello per la redazione del contributo.
Lingue: italiano, francese, inglese
