“Geografia e…”
di Salvatore Abbuzzese
Il mio amico e collega Lorenzo Scillitani, nella sua nota di accompagnamento al presente numero mi faceva osservare quanto questo meritasse sicuramente un editoriale. «Non perché altri non lo meritino – mi ha scritto – non è affatto una questione di dignità contenutistica. È, piuttosto, una questione di priorità di scelte di politica editoriale, nel senso culturalmente più alto dell’espressione».
Non ho trovato nessuna ragione valida per dargli torto, in effetti, come lui ha sostenuto: «La denominazione della Rivista fa riferimento, in primissimo luogo, a una dimensione eminentemente geografica: Meridione, prima ancora di essere ragione sociale di una causa ideale, sia essa vecchia o nuova, identifica nel Mezzogiorno, nel Sud una geografia, prima che una storia, una cultura, una antropologia o una filosofia. Una geografia di terre e di mari e di cieli, di luci intense e di profondità inaccessibili, e di costumi, di tradizioni, di pensieri».
Certamente Lorenzo Scillitani aveva ed ha ragione. Anche la più che nota Storia d’Italia della casa editrice Einaudi, (una delle ultime grandi iniziative editoriali del secolo scorso) non inizia senza dedicare il primo dei suoi volumi ad una descrizione dei “Caratteri originari” dell’Italia. Ai suoi tempi, cioè nel 1974, la scelta di questa casa editrice apparve coraggiosa ma non stravagante, infatti nessuno se ne stupì. Non erano peraltro mancati del resto, nobili e autorevoli precedenti. Già Federico Chabod, nelle sue lezioni alla Sorbonne del 1920 (proprio un secolo fa!) dovendo presentare le specificità politiche dell’Italia contemporanea ai colleghi della storica università europea, dedicò la sua prima lezione a spiegare le influenze decisive giocate proprio dall’assetto geografico sullo sviluppo del Paese. […]