Gli Eroi del Meridione. Vittime della Grande Guerra. I Protagonisti della Valle del Tammaro

Premessa di Lorenzo Scillitani
2011: un percorso appena avviato

“Ricordare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia non può essere l’atto finale di un percorso, ma l’atto inaugurale di un tragitto tutto da compiere. Il 1861 è un anno cruciale, che segna lo snodo fondamentale di un arco temporale che si apre e si chiude con guerre: le guerre d’indipendenza, l’ultima delle quali viene fatta coincidere simbolicamente con la Prima guerra mondiale. Dal 1861 al 1915 il processo di unificazione della Penisola registra un’accelerazione senza eguali nella storia d’Italia. In poco più di 50 anni genti per secoli divise ritrovano la loro unità nel segno della Nazione italiana. Tra appena 5 anni la ricorrenza dell’entrata dell’Italia nella sua ultima Guerra nazionale toccherà il secolo. Sentirsi italiani, da un capo all’altro dello Stivale, ha significato per decenni condividere una medesima appartenenza geografica, linguistica, spirituale. Avere una patria ha voluto dire, per gli Italiani del Nord come per quelli del Sud, sentirsi parte di un medesimo destino storico. La retorica patriottica di un certo periodo ha enfatizzato aspetti secondari del sentimento nazionale unitario, coprendo in molti casi le motivazioni fondamentali che lo ispiravano. In una fase storica in cui il ricorso alla guerra era il fattore preponderante che muoveva gli animi a farsi promotori di grandi ideali di popolo, l’impulso alla lotta cruenta era il più “nobilitante” che un animo generoso potesse fare proprio. Invero, interessi di parte non hanno cessato di animare questa lotta, magari celandosi sotto nobili apparenze […]”.

“Abbiamo aperto il vaso di Pandora” di Giuseppe Di Palo

“Questa ricerca nasce un po’ per caso, un po’ per gioco…
Durante l’ultima lezione del corso di Antropologia Filosofica e Diritti dell’Uomo, il professor Lorenzo Scillitani – docente dell’Università degli Studi del Molise – lanciò una sorta di sfida a tutti noi studenti presenti in aula: “alcuni studi hanno fatto avanzare l’ipotesi che i soldati partiti per il fronte nel corso della prima guerra mondiale erano, per lo più, residenti del Regno delle Due Sicilie e della Sardegna (attualmente il nostro Meridione d’Italia). Se tale ipotesi risultasse vera sarebbe una scoperta a dir poco clamorosa”.
Senza pensarci due volte, forse un po’ spinto dalla curiosità e un po’ dalla voglia di onorare la memoria della gente della mia “parte d’Italia”, molto spesso criticata e vittima di pregiudizi, cominciai subito la mia ricerca fra archivi cartacei e virtuali, in compagnia di una mia collega universitaria che, per diversi impegni, si è trovata impossibilitata a proseguire questa “avventura”. Dopo ore di lavoro ecco spuntare dei documenti, o meglio, “i documenti” che si sarebbero rivelati la scintilla d’avvio di questa revisione storica.
Avevo trovato il “Consuntivo Ufficiale – Pubblicazione Nazionale dell’anno 1928. Testo a firma di Giannino Antona-Traversi-Grismondi” in cui si parlava dei grandi cimiteri di guerra, e la “Pubblicazione Nazionale sotto l’ Augusto Patronato di S.M. il RE con l’alto assenso di S.E. il Capo del Governo In occasione del decennale della Vittoria Pubblicato a Firenze dalla Vallecchi Ed., anno 1929”, documento nel quale si tratta dei costi, in termini economici e di vite umane, provocati dalla guerra (nelle pagine a seguire verrà riportato un riassunto dei suddetti testi).
Da questo materiale ho potuto appurare che l’ipotesi avanzata dal mio docente era esatta […]”

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